Le Parole del Tempo

Il libro è diviso in dodici parti, ognuna dedicata ad un autore:

Flaubert (Alla fine dell’ Education sentimentale – Il colore dell’ Education sentimentale – Promenades parigine)

Brahms (il violinista)

Chateaubriand (Al Grand Bé – Il poeta del sonno – Ottobre)

Van der Weyden (Le città silenti – I “primitivi”)

Mendelssohn (“Serenità” – Casale)

Emily Brontë (La casa sulla collina – La brughiera – Il vento)

Pavese (Il “mio” Pavese – Crea – Torino)

Yeats (Eliot e Yeats – Antenati – Cinquant’anni)

Bruegel (I cacciatori nella neve – “La pittura invernale” – Due quadri)

Dickens (Il migliore dei mondi impossibili – L’eterno fanciullo – L’albero di Natale)

Verdi (Stride la vampa)

Kierkegaard (Inattualità di Kierkegaard – I pantaloni troppo corti – Regina)

Protagonisti del libro sono quindi scrittori, poeti, pittori, musicisti, filosofi. La scelta è dovuta alle mie personali predilezioni, alle mie frequentazioni culturali: potrei definire quelli compresi nel libro i miei autori, quelli che con più fedeltà e simpatia mi hanno accompagnato nello svolgimento della mia vita culturale. Non mi avvicino, naturalmente, a questi grandi e così diversi personaggi con un approccio propriamente critico, ma piuttosto sentimentale ed affettivo: magari tangenziale e mimetico, come, appunto, una variazione musicale. Ciascuno di questi autori mi coinvolge ed affascina oltre che per la sua grandezza anche perché si lega a qualche ricordo personale, o è spunto per una fantasia. Così è nato questo libro, che un critico ha definito “frammenti di un’autobiografia tutta particolare”, e che è piuttosto un connubio, un intreccio tra letteratura arte musica e personali ricordi, tra la storia culturale e la mia storia personale.

Informazioni aggiuntive

Titolo

LE PAROLE DEL TEMPO
DODICI VARIAZIONI DA FLAUBERT A KIERKEGAARD

Edizioni

Fogola, Torino 1997, pp.234

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